FOSSILI

2013

Serie realizzata su fossili di megalodon e altre creature marine risalenti all’era mesozoica, ritrovate nel sottogruppo nord orientale delle Dolomiti di Brenta.

WABI SABI

Nulla dura,
nulla è finito,
nulla è perfetto.
Richard R. Powell

I due caratteri 侘 (wabi) e 寂 (sabi) esprimono un concetto molto importante nella tradizione estetica e filosofica giapponese.
Il principio fondante è basato sull’accettazione della transitorietà delle cose.
Ciò che appartiene a questa visione del mondo viene descritto come dotato di una bellezza imperfetta, impermanente e incompleta.

Wabi Sabi è uno zoom-out spaziotemporale, un allontanamento dalle comfort zone dell’antropocentrismo, un confronto fra i mutamenti a cui il tempo impone.
Piante, animali, architetture, oggetti fotografati in tutto il mondo in una ricerca di otto anni: ciascun elemento si libera del contesto visivo a cui appartiene e si connette al resto del mosaico diventando altro, creando suggestioni, metafore.
Cambiamenti impercettibili e rapidi come un battito di ciglia si mostrano accanto ad evoluzioni millenarie. Nel mezzo, l’uomo, proiettato nel qui ed ora, incessantemente impegnato a costruire, trasformare, distruggere. È lui il punto di partenza e di arrivo; è lui, effimero e fragile quanto i suoi artefatti, l’unico in grado di interrogarsi sull’inizio e la fine delle cose, sulla loro costante trasfigurazione.